Inveruno: troppi funerali la piazza centrale si sveglia tra le lacrime. "Ci rovina la giornata" il grido di alcuni cittadini - NotiziePrime
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Inveruno: troppi funerali la piazza centrale si sveglia tra le lacrime. “Ci rovina la giornata” il grido di alcuni cittadini

Giugno 13, 2025
3 minuti di lettura
Inveruno: troppi funerali
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Inveruno  – La quiete mattutina di Inveruno, piccolo comune nell’hinterland milanese, dovrebbe essere interrotta solo dal tintinnio delle tazzine al bar e dal chiacchiericcio sommesso di chi si appresta a iniziare una nuova giornata. Invece, per molti residenti, l’appuntamento fisso con la colazione in piazza si è trasformato in un confronto quasi quotidiano con il lutto. Da anni, quasi ogni mattina, la piazza centrale del paese si trasforma nel palcoscenico di un addio, ospitando i funerali che, inevitabilmente, influenzano l’umore e la percezione della vita quotidiana di chi vi abita e la attraversa. Abbiamo chiesto agli abitanti se il vedere ogni mattina un corteo funebre nella piazza centrale li metta di buon umore. La risposta è un coro unanime di smentite, che sfocia in un appello.

L’immagine del feretro, dei familiari in lacrime, del silenzio rotto solo dalle campane a lutto o da qualche singhiozzo, è diventata una costante per chi si affaccia dalla finestra, per chi porta a spasso il cane o per chi semplicemente si reca in panetteria. E se il rispetto per il dolore altrui è sacro, la frequenza e la visibilità di questi eventi stanno iniziando a pesare sull’umore collettivo e sulla vitalità percepita di quella che dovrebbe essere il cuore pulsante e gioioso della comunità.


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“Un caffè amaro”, commenta con una punta di fatalismo la signora Carla, abitante di Inveruno da oltre cinquant’anni, mentre sorseggia la sua bevanda al bar che affaccia direttamente sulla piazza. “Ti svegli, scendi per prendere il pane e ti trovi davanti il carro funebre. Non è proprio un buon inizio di giornata, ecco.” La sua espressione riassume il sentire comune di molti. Non si tratta di mancanza di rispetto per i defunti o per le loro famiglie, ma di un disagio crescente legato alla frequenza e alla visibilità di questi eventi.

La piazza centrale di Inveruno ospita la Chiesa Parrocchiale principale, ed è naturale che sia il fulcro delle cerimonie più importanti. Ma la concentrazione dei funerali in questo luogo, quasi a cadenza giornaliera per via delle dimensioni della chiesa e della sua centralità logistica, sta creando una dissonanza stridente con il ritmo della vita quotidiana. I bambini che vanno a scuola, gli anziani che si incontrano per le solite chiacchiere, i lavoratori che prendono un caffè al volo: tutti si trovano a intersecare il loro percorso con un momento di estrema tristezza e commozione.

“Non è che uno si aspetta la festa tutte le mattine, ci mancherebbe, ma vederlo così spesso, proprio lì dove la vita dovrebbe ripartire ogni giorno, è strano. Ti butta giù”, confessa Marco, un giovane impiegato che prima di andare al lavoro si ferma spesso per un cappuccino in piazza. L’effetto psicologico di questo impatto visivo è innegabile. Il lutto è parte della vita, certo, ma la sua esposizione quasi routinaria nel luogo più emblematico della socialità può avere un impatto sull’umore collettivo, rendendo il centro del paese un luogo meno invitante e più gravoso dal punto di vista emotivo.

La proposta dei cittadini: una soluzione per convivere con il dolore e la vita

Di fronte a questo disagio crescente, non mancano le proposte da parte dei cittadini. L’idea che sta prendendo piede, espressa da diversi residenti e raccolta anche dai nostri taccuini, è quella di spostare una parte dei funerali, o quantomeno quelli che si susseguono con maggiore frequenza, nella “chiesa minore” situata a fianco della chiesa centrale.

L’idea della “chiesa minore”, spesso utilizzata per celebrazioni meno solenni o per la preghiera quotidiana, è vista come un compromesso praticabile. Non si tratta di negare il dolore o di relegare i defunti, ma di distribuire meglio gli spazi e i momenti, consentendo alla piazza di mantenere la sua funzione di luogo di incontro, mercato, passeggio e, in generale, di vitalità sociale. Il luogo sacro rimarrebbe tale, ma la sua ubicazione, leggermente defilata rispetto al cuore pulsante della piazza, permetterebbe un minor impatto visivo e psicologico sulla vita di chi ogni mattina si sveglia e la attraversa.

La proposta non è dettata da insensibilità, bensì da un desiderio di ritrovare un equilibrio. “Capisco che la chiesa principale sia più grande e accogliente per le famiglie numerose, ma se i funerali sono così tanti, forse si potrebbe alternare,” suggerisce un residente più giovane. “Magari i funerali più intimi o quelli con meno partecipazione nella chiesa più piccola, e quelli più grandi nella principale. Così si accontenterebbe un po’ tutti e la piazza non sarebbe sempre un luogo di lacrime.”

Questo dibattito riflette una sensibilità contemporanea verso la gestione degli spazi pubblici e l’impatto emotivo degli eventi. La piazza non è solo un incrocio di strade, ma un simbolo della comunità, un luogo dove si incrociano le storie, le gioie e, purtroppo, anche i dolori. Trovare un modo per permettere a entrambi di coesistere senza che l’uno prevalga sull’altro è la sfida.

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