Milano, 12 giugno 2025 – Sedici anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, un nuovo e potenzialmente significativo elemento riaccende i riflettori su uno dei casi più discussi e controversi della cronaca nera italiana. L’impronta rinvenuta sulla coscia sinistra della giovane vittima, a lungo oggetto di dibattito e diverse interpretazioni, non sarebbe riconducibile a un tacco o a una punta di scarpa. Questa l’inquietante e inattesa rivelazione del professor Pasquale Mario Bacco, medico legale di chiara fama, che in un’intervista esclusiva al settimanale Giallo offre una nuova chiave di lettura di una prova fondamentale. Secondo l’esperto, quel segno enigmatico sarebbe «compatibile con il piedino di una stampella».
Un dettaglio che, se confermato e approfondito, potrebbe aggiungere un tassello inedito alla complessa ricostruzione di una tragedia che, nonostante una condanna definitiva, continua a suscitare interrogativi e analisi.
Una Traccia Rivelatrice: I “Tre Pallini” e l’Ipotesi della Stampella
La fotografia della gamba di Chiara Poggi, pubblicata per la prima volta da Giallo, mostra una traccia singolare: una forma geometrica netta e particolare, caratterizzata dalla presenza di tre distinti “pallini” o elementi protuberanti. È proprio questa conformazione che ha spinto il professor Bacco, analizzando attentamente l’immagine, a scartare l’ipotesi più accreditata finora.
“Dovremmo immaginare un tacco con tre elementi protuberanti, piuttosto strano”, spiega il medico legale nell’intervista. Le calzature, in genere, lasciano impronte con disegni più complessi o distribuiti in modo diverso, difficilmente riconducibili a una tale specificità. La sua analisi si concentra sulla compatibilità con “la punta di una stampella con pallini antiscivolo”, un oggetto ben più comune di quanto si possa pensare in molti contesti e che presenta spesso una base gommata con rilievi circolari per garantire aderenza al suolo.
Questa nuova interpretazione non è un mero dettaglio tecnico, ma potrebbe aprire a scenari differenti riguardo all’arma o allo strumento utilizzato nell’aggressione. Finora, l’attenzione si era concentrata su calzature, ma l’idea di un’impronta da stampella introduce una variabile inedita che potrebbe rileggere la dinamica del colpo.
Il Segno del Disprezzo: Un Colpo Secco, non un Calcio
Oltre alla natura dell’oggetto, il professor Bacco si spinge ad analizzare la dinamica dell’impatto che ha generato l’ematoma. Secondo la sua lettura, il segno sulla coscia sinistra di Chiara non sarebbe frutto di un calcio. “L’ematoma è stato prodotto con un colpo secco, non con un calcio”, afferma il medico legale. Questa distinzione è cruciale: un calcio implica una certa forza impressa dal movimento del corpo, mentre un “colpo secco” può essere inferto con uno strumento, magari con una pressione mirata e concentrata.
Ma l’analisi del professor Bacco non si ferma alla dinamica fisica. Il medico legale definisce quel segno come un “classico segno che definiamo di disprezzo”. Una valutazione che, seppur emotivamente forte, è un termine tecnico nel linguaggio forense per indicare una lesione inflitta con violenza non necessariamente finalizzata all’uccisione, ma a umiliare o infierire sulla vittima in un momento di sottomissione. “Chiara è stata calpestata con un oggetto mentre era stesa”, conclude Bacco, delineando l’immagine di un gesto brutale e deliberato, avvenuto con la vittima già a terra o inerme, e che rivelerebbe un’intenzione ben precisa oltre la semplice aggressione.