Cuggiono: il Pronto Soccorso piace ai cittadini più di quello di Magenta dove ritardi e maleducazione presunte sono di casa - NotiziePrime

Cuggiono: il Pronto Soccorso piace ai cittadini più di quello di Magenta dove ritardi e maleducazione presunte sono di casa

Luglio 8, 2025
4 minuti di lettura
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MAGENTA – Nel cuore dell’Ovest Milanese, la sanità di prossimità è un tema sempre caldo, al centro delle discussioni tra i cittadini. Quando si parla di Pronto Soccorso, il termometro della percezione pubblica rivela un ventaglio di opinioni spesso contrastanti, ma che in questi giorni sembrano convergere su un punto: l’esperienza utente presso le strutture di emergenza. Mentre il Pronto Soccorso di Cuggiono, pur con un’operatività limitata, raccoglie ampi consensi per la sua efficienza e l’educazione del personale, il vicino Pronto Soccorso di Magenta si trova sotto i riflettori per le lamentele relative a ritardi, secondo alcuni. Un quadro complesso, emerso da una serie di interviste condotte sul posto tra i cittadini dei comuni limitrofi, che impone una riflessione attenta sulla gestione delle emergenze sanitarie.

Cuggiono: il “piccolo gioiello” del primo soccorso

L’ospedale di Cuggiono, e in particolare il suo Pronto Soccorso, si configura spesso come un punto di riferimento preferenziale per i residenti dei paesi circostanti. Sebbene la sua operatività sia definita come “limitata”, offrendo un servizio di primo soccorso piuttosto che una piena gestione delle emergenze complesse (che vengono dirottate altrove), l’esperienza utente sembra essere straordinariamente positiva.

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“Ogni volta che sono andato a Cuggiono, pur sapendo che è piccolo, ho trovato una professionalità e una rapidità che a volte non ti aspetti,” racconta un residente di Inveruno, intervistato fuori dal nosocomio. “Ti prendono subito in carico, ti spiegano cosa succede, e il personale è sempre molto gentile, ti mette a tuo agio.” Questa testimonianza non è isolata. Molti cittadini intervistati hanno sottolineato l’efficienza delle procedure di accettazione e di triage, la rapidità con cui vengono eseguiti i primi accertamenti e, soprattutto, l’educazione e l’umanità del personale.

“Sono sempre stati impeccabili. Anche se poi magari ti mandano a Magenta o a Legnano per approfondimenti, il primo approccio a Cuggiono è sempre stato ottimo,” afferma una signora di Castano Primo. Questa percezione positiva sembra derivare dalla capacità del personale di gestire i flussi con ordine, di comunicare in modo chiaro con i pazienti e di offrire un’assistenza che, pur nei limiti operativi della struttura, è percepita come attenta e rispettosa. Un “ambiente più familiare” e meno caotico, a detta di alcuni, che contribuisce a ridurre lo stress del momento e a far sentire il paziente non solo un numero, ma una persona.

Magenta: la sfida del pronto soccorso h24 sotto pressione

Diametralmente opposta, almeno secondo il sentire di alcuni cittadini intervistati, è la situazione percepita al Pronto Soccorso di Magenta. Questa struttura, a differenza di Cuggiono, è operativa 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e rappresenta un punto di riferimento cruciale per un bacino d’utenza molto più ampio e per la gestione di emergenze di maggiore complessità. Ed è proprio questa costante e intensissima pressione a essere indicata come la causa principale delle criticità rilevate.

“A Magenta i ritardi sono enormi, ci si aspetta per ore e ore per codici non gravi,” dichiara un cittadino di Abbiategrasso, visibilmente frustrato dopo un’attesa prolungata. “Capisco che ci sia tanta gente, ma a volte sembra che non ci sia organizzazione.” Le lamentele più ricorrenti riguardano proprio gli enormi ritardi presunti, con tempi di attesa che, in alcuni casi, possono superare abbondantemente le sei, otto, dieci ore, anche per situazioni che non sembrano presentare un’immediata gravità.

A ciò si aggiunge, sempre secondo le testimonianze raccolte, una percezione di personale “molto teso” o, più precisamente, di operatori che, logorati dallo stress e dalla mole di lavoro, faticano a mantenere la stessa pazienza che si riscontra a Cuggiono. “Sono tutti stressati e ti trattano quasi con sufficienza, come se dessi fastidio,” lamenta un altro utente. “Capisco la loro fatica, ma chi è lì perché sta male ha bisogno anche di un po’ di umanità.”

È fondamentale evidenziare che queste percezioni, pur diffuse, non intendono sminuire la dedizione e la professionalità di medici e infermieri che operano in condizioni estreme, ma riflettono il disagio dei pazienti e delle loro famiglie di fronte a un sistema che sembrerebbe sovraccarico.

Un confronto iniquo ma necessario: le due facce della medaglia

Ed è qui che si inserisce una puntualizzazione essenziale: i due Pronto Soccorso non sono direttamente paragonabili. Questo aspetto è stato sottolineato anche da alcuni intervistati più consapevoli delle dinamiche sanitarie.

Non si possono confrontare le mele con le pere,” commenta un medico in pensione residente a Corbetta. “Cuggiono gestisce codici bianchi e verdi, al massimo qualche giallo per stabilizzare e poi si trasferisce. Magenta riceve tutto, incidenti gravi, infarti, ictus, è un’altra macchina. Il personale è lo stesso, ma la pressione è centinaia di volte superiore.”

Questa differenza di ruolo e di carico di lavoro è cruciale. I presunti ritardi a Magenta sono spesso il risultato di un numero sproporzionato di accessi, della necessità di trattare casi più gravi che assorbono tempo e personale qualificato, e di una burocrazia interna che, seppur necessaria, può rallentare i processi.

La sfida della sanità territoriale: tra risorse, percezione e umanità

Le voci raccolte sul territorio dell’Ovest Milanese evidenziano una sfida cruciale per la sanità pubblica: come bilanciare l’efficienza dei piccoli presidi con la resilienza e la qualità dei grandi hub, pur sotto pressione. La percezione dei cittadini è fondamentale: se un Pronto Soccorso è un “filtro” indispensabile per la salute, la sua funzionalità e l’approccio umano del personale ne determinano la fiducia.

È chiaro che il Pronto Soccorso di Cuggiono, forte di un modello più contenuto e forse più gestibile, riesce a mantenere uno standard di accoglienza elevato. Il Pronto Soccorso di Magenta, invece, pur essendo una struttura vitale e operativa 24 ore su 24 per emergenze complesse, sembra patire il peso della sua stessa indispensabilità. La mole di lavoro rischia di compromettere l’esperienza del paziente, generando frustrazione e alimentando una narrativa critica.

La soluzione non risiede nel denigrare una struttura a favore dell’altra, ma nel riconoscere le sfide specifiche di ciascuna. Per Magenta, questo potrebbe significare un potenziamento delle risorse, o strategie per gestire i flussi e ridurre i tempi di attesa. Per Cuggiono, la sfida è mantenere gli alti standard di efficienza e umanità che lo contraddistinguono. In fondo, l’obiettivo comune di ogni Pronto Soccorso, grande o piccolo che sia, rimane quello di offrire cure tempestive, efficaci e, soprattutto, improntate alla massima dignità e rispetto della persona. La sfida della sanità territoriale è garantire che il cittadino, nel momento del bisogno, trovi non solo competenza, ma anche un volto umano e un percorso chiaro, indipendentemente dalla porta di accesso scelta.

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