Inveruno – La quotidianità può trasformarsi in un incubo in pochi istanti. È quanto accaduto a una giovane di Inveruno, di circa 30 anni, che lunedì mattina, dopo aver lasciato la sua auto parcheggiata in Via Massimo D’Azeglio, ha avuto la spiacevole e sconcertante sorpresa di ritrovarla imbrattata di olio nero. Un atto presumibilmente vandalico che ha lasciato un profondo senso di frustrazione e rabbia, oltre a un danno economico stimato in oltre 800 euro per la carrozzeria del veicolo.
Praticamente un danno irreversibile alla carrozzeria
La scena che si è presentata agli occhi della giovane donna è stata desolante. La sua auto, parcheggiata in una via solitamente tranquilla ricoperta da una patina densa e scura di olio nero. Non una semplice macchia, ma un vero e proprio imbrattamento esteso su diverse parti della carrozzeria, un gesto evidentemente e presumibilmente premeditato di natura vandalica.
La vittima, ha immediatamente constatato l’entità del danno. L’olio nero, notoriamente difficile da rimuovere senza lasciare aloni o intaccare la vernice, ha richiesto un intervento professionale e costoso. La stima preliminare per la pulizia specializzata e l’eventuale ripristino della carrozzeria ammonta a oltre 800 euro, una cifra non indifferente, soprattutto per una persona giovane che si trova all’inizio del suo percorso nel mondo del lavoro. Un costo inatteso e salato che si aggiunge al dispiacere per l’atto subito.
Assenza di telecamere e ombra di impunità
Purtroppo, la beffa si aggiunge al danno. L’area di Via Massimo D’Azeglio, dove l’auto era parcheggiata, sembra essere priva di sistemi di videosorveglianza. Questo rende estremamente difficile, se non impossibile, risalire all’identità del responsabile o capire cosa sia realmente accaduto e in quale momento della notte o delle prime ore del mattino si sia consumato l’atto.
L’assenza di telecamere rappresenta un ostacolo significativo e lascia un profondo senso di impotenza. Senza immagini o testimonianze dirette, l’identificazione di chi ha commesso il reato diventa un’impresa ardua. Questo vuoto investigativo alimenta il senso di impunità e lascia alla vittima e alla comunità un amaro in bocca. Il gesto, oltre al danno materiale, è una violazione della sfera personale e della tranquillità, ed è particolarmente frustrante sapere che il responsabile potrebbe non essere mai assicurato alla giustizia.