Mafia in Lombardia: la città Metropolitana di Milano parte civile nel maxi processo "Hydra", Inveruno luogo di summit sul superbonus - NotiziePrime

Mafia in Lombardia: la città Metropolitana di Milano parte civile nel maxi processo “Hydra”, Inveruno luogo di summit sul superbonus

Luglio 2, 2025
3 minuti di lettura
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INVERUNO – Una giornata cruciale per la giustizia in Lombardia e un segnale forte contro le infiltrazioni della criminalità organizzata. La Città Metropolitana di Milano è stata formalmente ammessa come parte civile nel maxi processo “Hydra”, un’imponente inchiesta che vede imputate ben 143 persone per reati legati alla mafia. La decisione è arrivata oggi, durante l’udienza che si è tenuta presso il Tribunale di Milano, confermando una deliberazione già presa dall’ente metropolitano nel mese di maggio.

L’ammissione della Città Metropolitana rappresenta un passo significativo, evidenziando la volontà delle istituzioni di combattere attivamente il fenomeno mafioso e di chiedere un risarcimento per i danni subiti dal territorio e dalla collettività a causa delle attività illecite. Non è solo una questione di giustizia penale, ma anche di affermazione del principio di legalità e di difesa dell’integrità del tessuto socio-economico lombardo.


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Un fronte comune delle istituzioni: da Milano a Legnano

La partecipazione della Città Metropolitana di Milano si inserisce in un quadro di adesione più ampio da parte di numerosi enti e istituzioni, tutti determinati a far valere i propri diritti e a manifestare la propria condanna nei confronti della criminalità organizzata. A poche ore dall’udienza odierna, anche il Comune di Legnano aveva annunciato la sua costituzione come parte civile. Una scelta non casuale, data l’importanza del ruolo di Legnano nelle indagini. Secondo quanto emerso dalle inchieste, il territorio legnanese sarebbe stato un’area di operazione significativa per un’organizzazione della ‘ndrangheta. La presenza del Comune di Legnano nel processo sottolinea la volontà di proteggere il proprio tessuto sociale ed economico dalle contaminazioni mafiose.

Ma il fronte delle parti civili è ancora più esteso. Nel processo “Hydra” si sono costituiti anche il Comune di Milano, capoluogo regionale e centro nevralgico degli interessi mafiosi, il Comune di Varese, a testimonianza della ramificazione territoriale delle infiltrazioni, e la stessa Regione Lombardia, l’ente di governo del territorio più direttamente interessato. A queste si aggiungono diverse associazioni civili e antimafia, la cui presenza è fondamentale per dare voce alla società civile e per ribadire l’importanza della lotta culturale e sociale contro la mafia. La loro costituzione come parte civile rafforza il messaggio che il contrasto alla criminalità organizzata non è solo un compito delle forze dell’ordine e della magistratura, ma un impegno collettivo che coinvolge l’intera comunità.


L’inchiesta “hydra”: una rete tentacolare in Lombardia

Il maxi processo “Hydra” è l’epilogo di un’indagine vasta e complessa, avviata nel 2019. Tutto era partito da un’operazione mirata a colpire alcuni ‘ndranghetisti operanti nel comune di Lonate Pozzolo (Varese). Da quel primo nucleo investigativo, la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano è riuscita a ricostruire una vera e propria rete di legami tra diversi gruppi criminali, svelando l’esistenza di quello che è stato definito un vero e proprio “sistema mafioso lombardo”. Un sistema che non si limita a singole sacche di criminalità, ma si presenta come una struttura organizzata, capace di infiltrarsi in vari settori dell’economia e della società.

Le indagini hanno svelato una ‘ndrangheta capace di adattarsi al contesto lombardo, non più solo limitata a tradizionali attività estorsive o legate al traffico di droga, ma proiettata verso il controllo di appalti, attività commerciali e finanziarie. Un modello che sfrutta le opportunità economiche e la complessità del tessuto produttivo lombardo per radicarsi e prosperare.


Il summit di Inveruno: superbonus nel mirino della ‘ndrangheta

Tra i dettagli più allarmanti emersi dalle indagini di “Hydra”, spicca un particolare che coinvolge direttamente la provincia milanese: un summit tra i principali personaggi di spicco di questa rete criminale si sarebbe tenuto proprio a Inveruno. E l’oggetto della discussione non sarebbe stato di poco conto: secondo quanto emerso dalle indagini, l’incontro ad Inveruno avrebbe avuto lo scopo di decidere sulla gestione e l’appropriazione di soldi pubblici provenienti dal Superbonus.

Il fatto che un summit così rilevante si sia tenuto in un comune come Inveruno, apparentemente lontano dai riflettori della grande criminalità, evidenzia la capillare diffusione e la discrezione con cui queste organizzazioni operano sul territorio lombardo. Non più solo le grandi città, ma anche i centri più piccoli diventano luoghi strategici per la pianificazione di affari illeciti su larga scala.


Il processo: una battaglia per la legalità

Il maxi processo “Hydra” è iniziato ufficialmente con l’udienza preliminare tenutasi lo scorso 20 maggio, in una cornice simbolica e significativa: l’aula bunker del carcere di Opera, dove sono detenute molte delle persone indagate nell’inchiesta. L’udienza di oggi, 18 giugno, ha dato il via alla fase dibattimentale, con l’ammissione delle parti civili e la presentazione delle prime posizioni.

Il percorso giudiziario sarà lungo e complesso, data l’enorme mole di imputati e la vastità dei reati contestati, che vanno dall’associazione mafiosa, all’estorsione, alla corruzione, al riciclaggio e all’infiltrazione in appalti e attività economiche. Tuttavia, la costituzione di un fronte così ampio di istituzioni e associazioni come parti civili invia un messaggio inequivocabile: la Lombardia non intende subire passivamente la presenza mafiosa.

Questo processo non è solo un’occasione per accertare le responsabilità penali individuali, ma anche per ribadire l’impegno dello Stato e della società civile nel difendere la legalità, la trasparenza e la sana economia. La luce accesa su questi fenomeni attraverso l’inchiesta “Hydra” e il conseguente processo è fondamentale per smascherare le dinamiche delle infiltrazioni e per rafforzare la consapevolezza e la reazione del territorio. La battaglia contro la ‘ndrangheta in Lombardia continua, e le aule di giustizia sono un fronte cruciale di questa lotta.

(Fonti: Ansa – Gnews – Rete Today)

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