Il fermo è avvenuto in via Pietro Gassendi, a due passi da viale Certosa, una delle arterie trafficate del capoluogo lombardo, frequentata da pendolari, residenti e automobilisti in transito. L’uomo era alla guida di una Fiat 500 e non ha opposto resistenza al momento del controllo, ma fin dai primi istanti ha mostrato un comportamento che ha insospettito gli agenti.
Secondo quanto riportato dalla Polizia Locale, il 52enne appariva estremamente nervoso, tanto da spingere i ghisa ad approfondire il controllo. L’uomo è stato quindi accompagnato presso la Centrale operativa per l’identificazione e una verifica più accurata dei documenti. È emerso che l’uomo ha precedenti penali, in particolare per reati contro la persona, elemento che ha ulteriormente spinto gli agenti ad analizzare più nel dettaglio il veicolo.
Il sospetto si è rivelato fondato: all’interno del bagagliaio dell’auto, abilmente nascosti in un doppiofondo realizzato su misura, sono stati trovati pacchetti sigillati contenenti banconote per un valore complessivo di 620mila euro. Una somma cospicua e dalla provenienza sospetta, di cui il conducente non ha saputo fornire spiegazioni convincenti. Le sue dichiarazioni, vaghe e contraddittorie, non hanno retto al vaglio degli inquirenti, che hanno quindi proceduto all’arresto per l’ipotesi di reato di ricettazione.
L’intera somma di denaro è stata immediatamente posta sotto sequestro, così come l’automobile. Le indagini ora puntano a chiarire l’origine dei fondi: una pista porta al possibile coinvolgimento dell’uomo in attività illecite, anche se al momento nessuna ipotesi viene esclusa, compresa quella di un possibile collegamento con circuiti di riciclaggio di denaro.
Gli inquirenti stanno ora ricostruendo i movimenti dell’uomo nelle ultime settimane, anche attraverso l’analisi dei tabulati telefonici e delle immagini di videosorveglianza presenti nella zona. I tecnici della polizia scientifica stanno anche esaminando il veicolo per individuare eventuali tracce utili, mentre la Guardia di Finanza potrebbe essere coinvolta per approfondire l’aspetto patrimoniale e fiscale della vicenda.
La vicenda ha suscitato una certa eco anche a livello locale: i residenti della zona si sono detti sorpresi dall’accaduto, descrivendo via Gassendi come una zona tranquilla, ben presidiata e raramente al centro di episodi di cronaca. Tuttavia, proprio il contesto urbano e la vicinanza a importanti snodi viari potrebbero aver spinto l’uomo a muoversi da quelle parti, forse con l’intenzione di passare inosservato.
Da quanto trapela, l’uomo non risulterebbe avere una residenza ufficiale a Milano città, ma sarebbe domiciliato in un comune dell’Alto Milanese, area compresa tra Legnano, Parabiago e Inveruno, già in passato finita sotto i riflettori per vicende di criminalità organizzata e traffici illeciti. Gli investigatori stanno quindi cercando di comprendere se il soggetto sia parte di un’organizzazione più ampia oppure se abbia agito da solo.