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Inveruno: Parroco si dimette il vero motivo delle dimissioni

Aprile 6, 2025
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Il vero motivo delle dimissioni
Il vero motivo delle dimissioni

INVERUNO – Don Marco Zappa, 51 anni, parroco dal 1° settembre 2019, ha presentato le sue dimissioni alla Curia, lasciando la guida della parrocchia e il decanato di Castano Primo. La notizia ha rapidamente fatto il giro del paese e della diocesi, generando stupore, interrogativi e – per alcuni – anche amarezza.

Il motivo della scelta è di natura personale, intima, e legato all’identità sessuale del sacerdote: Don Marco avrebbe infatti confidato ai suoi superiori in Curia di essere omosessuale e di frequentare, da alcuni anni, siti di incontri online.

Il vero nodo qui diventa allora quello della coerenza. In che misura un sacerdote che vive la propria sessualità in contrasto con i voti di castità può continuare ad esercitare il suo ministero? La questione non è l’orientamento, ma l’eventuale ipocrisia, specie quando si giudicano o si condannano persone apertamente omosessuali mentre si vive la stessa condizione in segreto.

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Una decisione improvvisa ma forse inevitabile

Le dimissioni sono arrivate come un colpo inaspettato per molti fedeli. Eppure, a detta di diverse fonti vicine alla parrocchia, voci e sospetti sull’orientamento del sacerdote circolavano da tempo. A rendere il tutto ancor più delicato è la carica che Don Marco ricopriva: oltre ad essere guida spirituale della comunità inverunese, era anche figura di riferimento per il decanato di Castano Primo, posizione che implica responsabilità e fiducia da parte della diocesi.

È stato proprio Don Marco, secondo quanto riferito, a decidere di affrontare la situazione in modo diretto, comunicando la sua verità al vicario episcopale monsignor Luca Raimondi. Una scelta, questa, che molti hanno letto come gesto di sincerità e consapevolezza, anche se doloroso.

La reazione della comunità

Inveruno, paese di poco più di 8.000 abitanti, si è divisa. Da un lato chi esprime dispiacere per la perdita di una figura considerata accogliente e vicina alla gente. Dall’altro chi, invece, non nasconde la propria perplessità di fronte a quello che ritiene un comportamento incompatibile con la vocazione sacerdotale.

«Era un parroco moderno, capace di ascoltare tutti» – racconta Maria, 62 anni, frequentatrice della parrocchia – «ma è chiaro che in certi ruoli la trasparenza è fondamentale. Ora ci sentiamo un po’ traditi.»

«Siamo nel 2025, l’omosessualità non dovrebbe più essere un problema per nessuno. Se Don Marco è stato sincero, merita rispetto» – commenta invece Davide, 31 anni, giovane parrocchiano attivo nell’oratorio locale.

Essere gay non è una colpa

Al centro di questa vicenda non c’è solo una crisi personale e pastorale, ma anche un nodo culturale ancora aperto: l’identità sessuale all’interno della Chiesa. È fondamentale ribadire un principio: essere omosessuali non è reato. L’omosessualità non è una devianza, ma una delle tante varianti naturali dell’identità umana.

Quando la morale diventa doppia

La vicenda di Don Marco solleva anche un altro interrogativo importante: quello della coerenza morale all’interno della Chiesa. È etico fare la morale a chi si espone apertamente sulla propria identità, mentre all’interno si mantengono pratiche contrarie alla stessa morale professata?

Molti fedeli, anche tra i più credenti, avvertono oggi l’esigenza di una Chiesa che non sia solo regolatrice, ma anche madre e sorella, capace di comprendere le fragilità e di accompagnare senza giudicare. Per questo, vicende come quella di Don Marco possono diventare occasione di riflessione, se affrontate con onestà e trasparenza.

Una ferita e un’opportunità

Il caso di Don Marco Zappa rappresenta una ferita per la comunità, ma anche un’opportunità. Una ferita perché scuote un’immagine, forse idealizzata, del sacerdote come figura impeccabile. Ma un’opportunità perché può aprire un confronto serio su temi spesso relegati nel silenzio: la sessualità, il celibato, la coerenza, l’inclusione.

La Chiesa, per rimanere viva, ha bisogno di verità. E la verità, a volte, può fare male. Ma come ricorda il Vangelo, solo la verità rende liberi.

Foto di repertorio non raffigura alcun personaggio
Fonti Notizie pubbliche

Manuela Ascione

Content Creator - Cronaca - Spettacolo -Cultura
Specializzata nel rendere leggibili i fatti di cronaca locale.

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